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Il rispetto in coppia e in famiglia

Il rispetto in coppia e in famiglia

Ogni relazione importante (di coppia, in famiglia, in amicizia, ma anche sul lavoro) dovrebbe fondarsi su alcuni principi che costituiscono la base del benessere delle persone nelle relazioni: rispetto, accettazione, fiducia e libertà. Rispettare una persona non significa andare in contro pedissequamente alle sue richieste e necessità, ma significa riconoscerle e onorarle, anche quando non ci è possibile essere o fare ciò che l’altro desidera. Ad esempio un bambino può desiderare di mangiare solo cioccolata, ma non per questo il genitore gli darà solo cioccolata: gli fornirà altri cibi di cui il bambino ha bisogno (e di cui non sa di avere bisogno) proprio perché lo rispetta e lo ha a cuore; se desse solo cioccolata non rispetterebbe la sua salute, ma se gli dicesse “sei solo un bambino capriccioso! Allora sai cosa ti dico? La cioccolata non la mangi mai più!”, non lo rispetterebbe in quanto bambino, dato che il suo desiderio di cioccolata è normale ed è parte stessa del suo essere bambino. Il genitore può invece dire fermamente no al bambino che chiede di mangiare solo cioccolata, pur riconoscendogli che è vero che la cioccolata è buonissima, ma mangiarne troppo gli farebbe male. Il rispetto è infatti questo riconoscimento, la capacità di tenere a cuore e in considerazione i sentimenti, i bisogni, le emozioni degli altri, anche quando prendiamo una strada diversa o ci opponiamo a ciò che chiede l’altro. In questo senso il rispetto è connesso anche con il concetto di assertività, di cui parlerò in un prossimo articolo.

Ma quindi quali sono i segnali della mancanza di rispetto in una relazione?

Ogni volta che sminuiamo, giudichiamo, denigriamo le reazioni, le emozioni, i sentimenti delle persone che amiamo senza cercare di comprendere cosa ci sia dietro rischiamo di finire in una spirale di mancanza di rispetto. Un punto importante in una relazione fondata sul rispetto è l’accettazione dell’altro, ovvero il riconoscimento del valore intrinseco della persona così com’è (e non per quello che fa), senza il tentativo di modificarla o manipolarla. Molto spesso non riusciamo ad accettare le differenze nel modo di vivere le situazioni tra noi e il partner: il punto è che tali differenze sono naturali e non esiste una persona al mondo che viva le cose nel nostro stesso identico modo, per cui dobbiamo in qualche modo imparare ad accettare la realtà della differenza, e quindi confrontarci col fatto che i diversi punti di vista possono essere integrati in un grande puzzle invece di essere pensati in conflitto tra loro. Questa possibilità però è strettamente intrecciata con la costruzione della fiducia: solo in una relazione di fiducia noi ci sentiamo al sicuro e sentiamo di poter accettare le differenze, perché sentiamo che esse non sono il problema. La fiducia è per un sentimento che va costruito bilateralmente passo dopo passo: non può basarsi sul controllo o sulla certezza che l’altro sia come noi lo vogliamo, ma solo sulla libertà reciproca. Solo se l’uccellino è libero di volare fuori dalla gabbia saprò se vuole tornare da me perché mi vuole bene come io gliene voglio. Se tengo l’uccellino in gabbia è perché so di amarlo ma credo che lui non mi ami altrettanto e che non tornerà, quindi devo tenerlo per forza in gabbia. Questo esempio mostra come un amore basato su questo tipo di falsa fiducia (che in realtà è controllo) e sul possesso, ci faccia sentire ancora più insicuri, diffidenti e non amati. È inoltre importante ricordare che mentre criticare e giudicare può generare nelle relazioni un circolo vizioso in cui le persone tendono a dare il peggio di sé, un clima di rispetto e di accettazione può generare un circolo virtuoso in cui le persone riescono spesso a dare veramente il meglio di sé perché incoraggiate dalla fiducia, dal senso di valore e di dignità. Conclusione: qual è il modo migliore per farsi rispettare? Rispettare. Educare i figli al rispetto e improntare la relazione di coppia sul rispetto implica impegno e consapevolezza. È come il lavoro paziente di un giardiniere: ci vuole tempo e cura, ma dà i frutti migliori. Richiedimi il tuo primo colloquio gratuito. Scrivimi QUI